Nella nostra ricerca della felicità inevitabilmente incontriamo, sul nostro cammino, il dolore.

Accade troppo spesso di trovarci impreparati e incapaci a far fronte alla sofferenza. Essa, infatti, non ha un “posto” all’interno della nostra società, in cui la ragione è chiamata a regolamentare ogni comportamento. L’Uomo moderno, dopo aver proceduto a separare il corpo dallo spirito ha perso ogni sensibilità sul piano della trascendenza. L’Uomo è solo di fronte al nulla. La sua sofferenza inespressa si manifesta allora attraverso la violenza, creando disordine. La mediazione – secondo Jacqueline Morineau – accoglie questo disordine. È un tempo e un luogo dove il dolore può raccontarsi.

Le tecniche di mediazione offrono la possibilità di un confronto con se stessi e un tempo, uno spazio privilegiato per passare dal caos, dai contrasti, dai conflitti, a una nuova armonia.

L’autrice si impegna in questo libro a mostrare – volgendo uno sguardo verso la tragedia greca – come la mediazione possa aiutare a trasformare la nostra società, a proporre una nuova visione dell’Uomo e della sua partecipazione alla costruzione di una cultura della pace.

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